Diciamola tutta. Sentire parlare di ‘mezza pennata’ e di ‘pennata
intera’ causa, come minimo, reazioni di allarmato stupore. Il chitarrista che è
in ogni italiano, e che abita all’incirca tra il CT della nazionale ed il
Ministro delle Finanze che è in ogni italiano, si interroga e TI interroga
subito chiedendoti come possa mai esistere una pennata a metà.
Ma nel mandolino le pennate intere e mezze esistono eccome e
la loro definizione è comune alla stragrande maggioranza dei metodi classici
per mandolino.
In particolare la pennata intera è il movimento con cui il
plettro colpisce le corde DUE volte, una in giù (dal SOL al MI) e una in su
(dal MI al SOL).
La mezza pennata è invece il movimento con cui il plettro
colpisce le corde UNA sola volta, in giù OPPURE in su.
Quando una nota va suonata con 4 pennate intere le corde andranno
quindi colpite 8 volte, 4 in giù e 4 in su.
Nel Metodo del Munier viene assegnato, all’inizio, un numero
‘esatto’ di pennate intere per le note di diverso valore che va dalle 8 pennate
intere per la semibreve, che vale 4/4, fino alle 2 per la semiminima, che vale ¼.
A questa definizione aggiungerei anche 1 pennata intera per la croma, che vale
1/8, definizione che viene data poi (per la fase iniziale dello studio dello staccato)
e utilizzata nel testo.
L’utilizzo delle pennate intere nella misura precisa è
funzionale allo sviluppo del meccanismo del tremolo, il polso, il braccio e la
mano si adatteranno progressivamente a questo nuovo movimento e, una volta
appreso bene il movimento, si potrà prima accrescere la velocità e poi raddoppiare
il numero di pennate intere per nota, arrivando così a 16 pennate intere per la
semibreve e giù fino a 4 pennate intere per la semiminima.
Nello staccato invece le corde vengono colpite una sola
volta, alternando, come regola generale, i colpi in giù ed in su. Il Munier
consiglia però di cominciare eseguendo le crome con una pennata intera(in giù e
in su) e molto lentamente per poi cominciare ad eseguirle con una mezza pennata
alternando in giù ed in su.
Il consiglio del Munier l’ho trovato, personalmente, molto
valido, perché il doppio movimento su ogni nota mi ha consentito di ‘avere il
tempo necessario’ per trovare la nota successiva mentre suonavo la plettrata in
su della nota precedente in maniera pressoché automatica. Una volta memorizzate
le prime note sulla tastiera sono poi riuscito a muovermi con maggiore agilità
ed a suonare in rapida successione le note staccate.
La struttura del Metodo porterà ad approfondire in parallelo
il tremolo e lo staccato e starà poi alla sensibilità di ciascun didatta e
autodidatta capire quale sia l’aspetto su cui lavorare di più per evitare ‘asimmetrie’
evidenti.
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